Un partigiano rimane solo nell’inverno tra il 1944 e il 1945, la Resistenza come atto di umanità e attaccamento alla vita, durante l’abisso della guerra: ritorna la memoria storica e l’impegno civile nel nuovo lavoro del regista toscano - dopo il successo del documentario su Enrico Berlinguer.
Valle d’Aosta, 14 ottobre - Sono iniziate le riprese di “Se venisse anche l’inferno”, il nuovo lavoro di Samuele Rossi, prodotto da Echivisivi con Solaria Film e MYmovies, che racconterà la storia del partigiano Gio, nome di battaglia, deciso a sopravvivere dopo essere rimasto da solo a presidiare un rifugio di montagna sulle Alpi a seguito di un feroce rastrellamento nazi-fascista. Di fronte a lui il terribile inverno del 1944, uno dei più freddi della storia italiana ed uno dei peggiori della guerra ormai esplosa in tutta la sua drammaticità.
I primi ciak sono programmati in Località Saumont (Aosta), il principale parco della città di Aosta, situato lungo il torrente Buthier. La troupe si sposterà poi a quasi duemila metri in un alpeggio in disuso all’Arp De Praz, nel Comune di Doues (AO), sotto la suggestiva conca di Champillon.
“Se venisse anche l'inferno” è il primo film di finzione prodotto da Echivisivi, e segue il successo di “Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer (candidato nel 2025 ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento).
Nel cast, figurano il giovane Luca Tanganelli, per la prima volta protagonista, (nel cast di “Alla festa della rivoluzione”, il nuovo film di Arnaldo Catinari presentato in questi giorni alla Festa del Cinema di Roma) , e accanto a lui Luca Vergoni, apprezzato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia in “Orfeo”, Giorgio Colangeli, nei panni di un internato scappato dai campi di concentramento, e Giusi Merli, nel ruolo di una vedova di guerra. Al suo esordio come attore, la partecipazione straordinaria del cantautore Cisco (ex Modena City Ramblers), all’anagrafe Stefano Bellotti, voce della “Bella ciao” più ascoltata. Poi gli attori valdostani come Alice Vierin, Andrea Damarco e Giada Bessone.
Samuele Rossi con questo film torna al cinema di finzione dopo anni di documentario sociale e impegnato. Il percorso continua a tenere conto di alcuni temi capisaldi, come la memoria storica, la storia nazionale e l’impegno civile: ispirato a fatti realmente accaduti, il film ricostruisce un viaggio in un’Italia abbandonata a se stessa e sconvolta dall’orrore della guerra e dalla ferocia nazi-fascista, dalle sue terribili solitudini, dalla fame, dalla paura e dalla miseria. Il titolo “Se venisse anche l’inferno” è tratto da un adattamento partigiano del canto alpino “Su pei monti vien giù la neve” risalente alla prima guerra mondiale.
Il film è tratto da un soggetto originale di Samuele Rossi ed è scritto in collaborazione con Lorenzo Bagnatori, che dopo il successo di “Zvanì. Il romanzo famigliare di Giovanni Pascoli” e “Il conte di Montecristo” continua a lavorare sul racconto storico. La fotografia è di Marco Minghi, la scenografia di Lucrezia Tacchella, i costumi di Sara Pellegrini, sarta di scena per Arena di Verona e Teatro del Maggio di Firenze, che porta la sartoria teatrale e lirica nel linguaggio cinematografico, il trucco di Lisa Pascucci. Si aggiungono il montaggio di Ilaria Cimmino e le musiche di Giuseppe Cassaro.
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L'uscita del film nelle sale è prevista per l'autunno 2026.
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Produzione Echivisivi con Solaria Film e MYmovies
Prodotto da Samuele Rossi, Giuseppe Cassaro e Emanuele Nespeca
Con il contributo di Fondazione Film Commission Vallée d’Aoste
Con il contributo di Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission
Con il contributo del PR FESR Toscana 2021-2027 bando per la concessione di sovvenzioni a fondo perduto per la produzione di opere cinematografiche e audiovisive – Anno 2024
Con il sostegno di BCC Valdostana
Con la collaborazione di Toscana Film Commission
Con la collaborazione di LO CONTE EDILE Costruzioni
Con il patrocinio di Comune di Doues, Comune di Fanano e Comune di Abetone-Cutigliano
Service VdA Red Sled Films
Service ER Kinè



