LA STORIA DELL'ULTIMO SVIZZERO DI CHAMOIS IN ANTEPRIMA AD AOSTA

«La storia di Emilio, letta in coda alle casse di un supemercato, mi ha incantato» confessa Joseph Péaquin. Un incontro fortuito quello tra il regista ed Emilio Lettry, classe 1931, l’ultimo abitante di Suisse, villaggio nel Comune di Chamois, e singolare l’omonimia tra la nazione d’origine dei produttori del documentario «La Suisse d’Emilio» e il nome del borgo valdostano, fondato, così narra la leggenda, da un contrabbandiere svizzero.

«Conosciuto Lettry mediante l’intercessione del sindaco del paese – racconta Péaquin -, ho sottoposto l’idea di un documentario a lui dedicato agli operatori della Radio Télévision Suisse per la trasmissione “Passe-moi les jumelles”, in onda ogni venerdì alle 20,30 e incentrata sul “portrait” di personaggi autentici nella loro semplicità».

Inconfondibile lo stile del filmaker valdostano, discreto e leggiadro, intriso di riguardosa dedizione il suo approccio alla dimensione umana del soggetto. «Lavoro sulle emozioni – spiega -, senza forzature, gli effetti traspaiono in filigrana, sorta di sfondo catalizzatore».
La coltivazione dell’orto, l’accatastare il legname, i rituali domestici, il riposo domenicale: un confronto sincero, a tratti paterno, connubio di vicendevole fiducia e diplomatica negoziazione ha sublimato le riprese, realizzate da febbraio a dicembre 2011. «Ho indagato l’intimità del protagonista, ricreato suoni e colori come lui li percepiva» assicura Péaquin. All’iniziale disponibilà manifestata da Lettry, ignaro della reale portata dell’impegno assunto, è seguita una fase di crescente insofferenza, talvolta di avversione. «Seccato dalla mia presenza e incredulo di fronte a tanto improvviso interesse riguardo alla sua vicenda, più volte mi ha pregato di accantonare il progetto - ricorda il regista -. La mia caparbietà e il prezioso intervento di sagaci mediatori hanno sciolto le sue reticenze».

Si dice «convinto» della veste grafica del materiale promozionale il filmaker: «La fotografia riprodotta su locandine e inviti sintetizza il messaggio del documentario - assicura -. Minimale, affatto dozzinale, il ritratto enfatizza i dettagli del volto sanguigno di Lettry, lo sguardo intenso e meditabondo, espressione di un “piccolo mondo antico” in via di estinzione, di una sensibilità d’altri tempi avvezza a ascoltare e interpretare la montagna, di uno sguardo profondo sul territorio misconosciuto alle nuove generazioni». Impreziosisce l’immagine un candido sfondo bianco, sul quale si staglia una linea verticale, emblema al contempo di un cammino a spasso in spazi complici, di un passaggio scandito dal ritmo delle stagioni.

Il cortometraggio (26 minuti), finanziato da Rts per il 70 per cento, dalla Film Commission e dalla Regione Valle d’Aosta, verrà presentato in anteprima oggi alle 20,30 al Cinéma de la Ville di Aosta e a breve trasmesso su Tsr (canale 102 del digitale terrestre) e su Tv5 Monde (canale 103).