Come il film segue gli spostamenti di un camionista alla guida di un TIR, lungo il famoso “Corridoio n° 5” (uno degli assi portanti dell’Europa, che nei piani dell’Unione Europea unirà Lisbona con Kiev), così l’autore ha trovato i finanziatori lungo il percorso della storia.
L’entità del budget, 350 mila euro, non deve far pensare a un piccolo film, perché la complessità dell’architettura costruita dall’autore, che di “TIR” è anche produttore, con Nefertiti Film assieme a Nadia Trevisan, in coproduzione con la croata Focus Media di Irena Markovic, è tale da rappresentare “un modello di costruzione produttiva estremamente innovativo”.
Il commento è di Paolo Vidali, direttore del Fondo Audiovisivo FVG che con un contributo di 10 mila euro ha segnato la partenza del progetto, Alberto Fasulo è friulano, e “TIR” è un prodotto fortemente “Made in FVG”, come sottolinea Federico Poillucci, presidente di FVG Film Commission: “Alberto è il primo autore locale che è stato finanziato dal nostro territorio, con “Rumore Bianco”, a cui la Film Commission dette un contributo di 20 mila euro. Era un esordiente, adesso è diventato un professionista. Di conseguenza anche l’investimento della Film Commission (50 mila euro) e del Friuli Venezia Giulia Film Fund è stato più del doppio”.
“La crescita professionale di Fasulo è anche il prodotto delle politiche regionali del settore cinematografico e quindi della Film Commission, e del Fondo Audiovisivo FVG”, continua Poillucci.
“La nostra soddisfazione per la sua partecipazione al Festival del Film di Roma segue a ruota quella per la partecipazione di “Zoran, il mio nipote scemo” alla Settimana della Critica a Venezia, perché se le produzioni che vengono da fuori sono economicamente e occupazionalmente più importanti di questi due film, è stato fondamentale aver saputo puntare anche sulla crescita dei talenti e delle imprese locali.” Dall’interno della cabina di un TIR, il film parla di umanità e di merci, due flussi che attraversano l’Europa, incrociando la manodopera che da est va a ovest con i capitali che da ovest migrano a est.
Nel viaggio, iniziato in Friuli Venezia Giulia, il talento dell’autore ha guidato quello del produttore: così Nadia Trevisan è riuscita a far convergere l’interesse di tanti territori, enti e istituzioni.
E a coinvolgere nel progetto anche Rai Cinema, che lo ha preacquistato. “Un tipo di cinema, come questo, si può fare solo così, come un puzzle”, commenta Cecilia Valmarana di Rai Cinema: “Alberto è riuscito non solo a mettere insieme le varie Film Commission, ma anche gli enti locali, forse proprio perché questa unione di forze era davvero connaturata al progetto, e non finalizzata alla mera raccolta di fondi, come spesso accade.”
Cecilia Valmarana ha conosciuto Fasulo al Forum di coproduzione “When East Meets West” a Trieste, due anni fa, ed è rimasta subito affascinata da “TIR”.
“Avevo visto “Rumore Bianco”, che mi aveva colpito molto, uno dei miei collaboratori aveva visto “Atto di Dolore”, quindi avevamo un buon track di Alberto Fasulo”; continua: “
In tanti avevano cercato di raccontare la storia del “Corridoio 5”: mi è sembrato che Alberto avesse la pazienza, la perizia, l’onestà intellettuale per farlo. E l’approccio produttivo giusto. Poi mi incuriosiva questo modo di fare un film di finzione preparandolo come un documentario, e l’idea che sia una storia molto europea, che unisce i paesi. E’ un prodotto che forse non sarà campione d’incassi, ma resterà nel tempo. Ci sono cose che devono essere fatte, “TIR” è una di queste.”
Anche il Piemonte è entrato a far parte del progetto fin da subito:
“Abbiamo conosciuto “TIR” fin dalla sua nascita, quando ancora si chiamava “Corridoio 5”, – dice Paolo Manera, responsabile di Piemonte Doc Film Fund. “Abbiamo incontrato infatti Alberto Fasulo a “Documentary in Europe” a Bardonecchia nel 2008, mentre stava avviando il progetto, che poi ha presentato al Doc Film Fund nel bando di dicembre 2008 , dove ha ottenuto 5000 euro per lo sviluppo.
In seguito, Fasulo ha passato una settimana a far ricerche e a scrivere in Piemonte, una settimana che è stata decisiva per la fase di sviluppo”.
“TIR” ha poi ottenuto 12 mila euro (con il bando del dicembre 2011) come contributo alla produzione.
“Abbiamo scelto questo progetto anche in virtù della potenzialità di stabilire partnership e attivare forme di finanziamento articolate, e della sua capacità di progettare un’architettura coproduttiva solida.”
La Val D’Aosta Film Commission ha dato un supporto di 10 mila euro a “TIR”, un sostegno che, come spiega Alessandra Miletto, alla guida della Film Commission, “si è articolato in un progetto più ampio. Abbiamo infatti ‘approfittato’ della presenza di Alberto sul territorio, nell’aprile 2012, per organizzare un laboratorio formativo sull’uso del sonoro nel cinema di Alberto, che è altamente particolare, dal titolo: “Il racconto sonoro nel mio film”, a cui hanno partecipato 12 persone, fra autori e tecnici valdostani.
E’ stato importante per noi, perchè è stata la prima occasione di for- mazione delle professionalità locali da noi organizzata sul territorio, con un professionista del calibro di Alberto.”
La A22 Modena Brennero ha chiamato in causa anche l’Alto Adige, nello specifico la BLS, che ha finanziato il progetto con 10 mila euro. “Ci ha colpito la storia di questo camionista che attraversa l’Europa e i confini fra gli stati passando per territori anonimi e caselli autostradali” dice Alexia Demez, Film Funding Consultant di BLS.
“Noi puntiamo molto sulle coproduzioni, questa poi era particolarmente interessante, perché c’era un partner come la Croazia, che non ci capita spesso, e rappresenta uno dei nuovi territori emergenti dell’Est. La produzione ha scelto poi di investire anche sul nostro territorio, realizzando qui parte della post-produzione (gli effetti digitali), impiegando alcune maestranze locali e producendo un ‘effetto Alto Adige’ piuttosto alto, che si aggira intorno al 173%.”
“TIR” è distribuito in Italia da Tucker Film e nel mondo da Fandango Portobello.